lunedì 24 ottobre 2011

Risotto ai Mirtilli


Ieri ho fatto il gelato alla panna fatto da una vecchia ricetta di Trudy; e nel congelatore ho trovato i mirtilli... Ottimi come accompagnamento sia per il gusto per il colore (un po meno per la bocca violacea degli ospiti)

E poi mi sono imbattuto in una ricetta curiosa... trovata su profumincucina.blogspot.com (un blog che seguo).

per 4 persone
360 g di riso Arborio
125 g di mirtilli
cipolla bianca brodo vegetale
circa 1/2 litro mezzo bicchiere di vino bianco
sale pepe
erba cipollina

Procedimento
Semplice come fare un risotto …
Rosolate la cipolla nell’olio, unite il riso …
fatelo tostare, e sfumatelo con il vino bianco, poi pian piano portatelo a cottura, aggiungendo il brodo vegetale caldo.
Quando sarete a circa metà cottura, aggiungete i mirtilli, e continuate ad aggiungere il brodo, finché il risotto non è pronto.
Mantecare con una noce di burro, e una spolverata di erba cipollina, tritata fine ... Buon appetito

domenica 25 settembre 2011

Cubetti di nocciole


Dopo due settimane di matrimonio, ormai più di 26 anni fa, Patrizia mi ha fatto una sorpresa facendo i suoi primi biscotti e il ricordo è che erano buonissimi. Dico il ricordo perché la passione per la cucina, forse anche per colpa mia le è un po sfumata.

Trovando i suoi appunti mi è venuta voglia di riscoprire quei sapori di nocciole co un'ombra di miele. Ecco come si fanno:

Ingredienti:
250 g di zucchero
300 g di burro
8 uova
6 cucciai di panna
4 cucciai di miele
260 g di nocciole macinate
180 g di farina
zucchero al velo per cospargere (se volete)

Procedimento:
Sbattete a schiuma il burro, lo zucchero e le uova e aggiungete la panna e il miele.
Mescolate le nocciole e la farina e amalgamatele a poco a poco alla massa di burro con un mestolo di legno.
Versate su una teglia e spianate.




Cuocete nel forno preriscaldato a 210° per circa 20 minuti.

Togliere il biscotto dalla teglia e con l'aiuto di un coltello (va benissimo il tagliapizza) tagliate delle strisce di 3 cm orizzontali e verticali così da ottenere dei cubetti.
Se volete cospargete di zucchero al velo (io l'avevo finito e sono buoni anche senza)

Per colazione sono una delizia!



giovedì 15 settembre 2011

Tartare di Capriolo o Cervo


Tartare di Cervo

Ingredienti per 4 persone: 
• 800 g di filetto di capriolo (o Cervo io ho usato l'Entrecote) tagliata finemente al coltello
• 1 cucchiaino di capperi sottaceto
• 1/2 cucchiaino di scalogno tritato
• 1/2 cucchiaino di prezzemolo tritato
• salsa Worcester
• 1 cucchiaino di senape
• 3 tuorli di uovo freschissimo
• il succo filtrato di 1/2 limone
• 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva
• Cognac
• sale e pepe

• erba cipollina o insalata (per guarnire)
• 6 o 12 fette tostate di pane tipo baguette (o pane da toast)
• ev del burro per il pane

Preparazione:
Ponete in una terrina la carne di capriolo e conditela con i capperi tritati, lo scalogno e il prezzemolo, la senape, un'abbondante macinata di pepe, una spruzzata di salsa Worcester, i tuorli, il succo di limone, l’olio e un po di Cognac.

Aggiustate di sale e amalgamate bene;
formate con il composto sei dischi regolari e adagiateli su piatti freddi.
Guarnite ciascun piatto con un crostino di pane, un filo d’olio e poca erba cipollina tagliuzzata.

Ho imparato oggi sbirciando un altro blog di cucina la regola dei 10 ingredienti e non meno, e noto con piacere che la mia ricetta rientra nei parametri :-)

Tartare di Capriolo e di Cervo
2.10.2011: Oggi ho preparato la ricetta con il capriolo e il cervo serviti sullo stesso piatto, ed è stata apprezzata ancora di più.... 

lunedì 5 settembre 2011

Fegato di Cervo

Si è aperta la caccia. A chi piace il gusto di selvaggina niente di meglio di un buon fegato di cervo.
  
Ingredienti per 4 persone:
600g di fegato di cervo
2 cipolle bianche grandi
1 limone
burro da cucina
olio
sale pepe

Preparazione:
Affettate le cipolle e fatele appassire lentamente nel burro e olio caldo, mescolando perché non attacchino al fondo del recipiente.
Togliete la pellicina che riveste il fegato e tagliatelo a fettine.
Quando le cipolle saranno quasi completamente cotte e leggermente dorate, aggiungete il fegato, alzando la fiamma e fatelo cuocere rapidamente (non più di cinque o sei minuti).
Salatelo, pepatelo e toglietelo dal fuoco.
Servitelo con spicchi di limone.

Consiglio:
Per alleviare il gusto di selvaggina si può lasciare il fegato immerso nel latte per un'oretta.

lunedì 22 agosto 2011

Pittini cu li fjùri ti cucuzza

Vi è mai capitato di cercare di rubare una ricetta mentre siete invitati?

Maria ci ha fatto queste delizie ma non sono sicuro se ha fatto proprio così...

Ingredienti per 4 porzioni
20 fiori di zucca
farina
acqua
sale
olio


Preparazione

Prima di cucinarli bisogna aprire i fiori di zucca delicatamente con le mani, tagliare gli stimmi con le forbici, passarli sotto l’acqua velocemente e tamponarli con carta assorbente.
Mescolare farina, acqua con un po di sale fino ad ottenere una pastella simile ad uno yogurt.
Immergervi i fiori di zucca uno alla volta e friggerli per qualche minuto in olio molto caldo da entrambe le parti.

Variante: aggiungere alla pastella un uovo oppure del formaggio pecorino funzionerebbe?? Si ma perderebbero in leggerezza...

(per chi non sa il calabrese sono le frittelle ai fiori di zucca)

PS:
soggetta a modifiche se scopro altri dettagli...


giovedì 18 agosto 2011

Gelato al cioccolato

Il gelato al cioccolato viene preparato con tuorli, latte, panna e cacao. Al composto viene aggiunto del glucosio che lo renderà più morbido anche dopo il passaggio nel congelatore e che permetterà una più lunga conservazione.

Ingredienti per circa 1 kg di gelato:
• Cacao in polvere 50 gr
• Farina di carrube 5 gr (facoltativa)
• Glucosio 15 gr
• Latte 500 ml
• Panna 150 ml
• Uova tuorli 120 gr (circa 6 tuorli)
• Zucchero 160 gr

Preparazione:
Per preparare il gelato al cioccolato iniziate mischiando in una ciotola lo zucchero con la farina di carrube,
unite quindi i tuorli e con uno sbattitore elettrico batteteli fino a farli diventare chiari.

Ponete in un pentolino il latte, la panna e il glucosio e scaldate, versate sui tuorli e mescolate con una frusta fino a che tutti gli ingredienti non si saranno ben amalgamati.
Riportate quindi sul fuoco e cuocete, sempre mescolando, fino a raggiungere la temperatura di 85°C (verificate la temperatura con un termometro), non portate a bollore, altrimenti i tuorli formeranno dei grumi.

Togliete dal fuoco e incorporate il cacao in polvere, mescolando bene per amalgamarlo con gli altri ingredienti.
Fate raffreddare il composto immediatamente ponendo la ciotola che lo contiene in un contenitore più grande contenente del ghiaccio .
Ponete quindi in frigorifero per almeno 2 ore.

Trascorso questo tempo versate il composto il una gelatiera e fate raffreddare seguendo le indicazioni del manuale di istruzioni della vostra gelatiera.

Gustate il gelato al cioccolato dopo averlo posto in congelatore per almeno 3 ore!

Ricetta proposta dall'App di giallozafferano.it sull'Iphone :-)

sabato 13 agosto 2011

Carne frollata

Spesso quando compro carne in Italia va a finire con una grande delusione in cucina e per finire a tavola. Pezzi pregiati poco gustosi che rilasciano acqua e di conseguenza poco teneri ti lasciano un po di frustrazione. Non ho mai capito chiaramente il motivo della differenza tra la Svizzera e l'Italia, anche se qualche dubbio sulla frollatura l'ho sempre avuto.
Frollatura ca. 3 settimane a 4°C

In generale subito dopo la macellazione la carne non è ancora adatta per il consumo, ma deve essere frollata. Questo periodo, circa 3 settimane viene detto in termine tecnico maturazione. Durante la frollatura avviene un cambiamento naturale della struttura proteica della carne, che diviene più tenera, più digeribile e sviluppa l’aroma tipico della specie.


Ho trovato questo articolo di Roberto La Pira molto interessante che conferma ciò che pensavo...

La carne di manzo frollata è tenera come quella di vitello, ma serve troppo tempo e i costi salgono
La carne di manzo o di vitellone tenuta in frigorifero per almeno una decina di giorni può diventare tenera come quella di vitello. Questa  procedura seguita da tutti i macellai sino a 40-50 anni fa, adesso è un metodo di lavorazione superato e in via di estinzione.
La tempistica moderna prevede procedure standardizzate per cui la carne degli animali macellati viene disossata e posta in vendita senza il periodo di frollatura necessario per ottimizzare le caratteristiche sensoriali. In questo modo migliora la conservabilità della carne ma sono penalizzati elementi importanti come tenerezza l'aroma. Il paradosso è che per ottimizzare gli aspetti economici dell’industria di trasformazione/commercializzazione, si compromette drammaticamente la tenerezza, ovvero il requisito più interessante per i consumatori.
Per capire meglio occorre spiegare quali sono i fattori che  determinano la tenerezza della carne. Il più importante è l’età dell’animale (la carne di vitello è più tenera rispetto al manzo o al vitellone), poi ci sono altri elementi come la specie bovina, il tipo di alimentazione e di allevamento, la quantità di tessuto connettivo  (collagene) la quantità di grasso e infine l’acqua presente nelle fibre. L'altro fattore che gioca un ruolo decisivo e il cambiamento che avviene dopo la macellazione quando i gli enzimi cominciano a scindere le proteine e a frammentare le fibre. Alla fine di questo processo diminuisce la resistenza al taglio e la carne si trasforma in "muscolo" pronto per essere cucinato. Si tratta di una trasformazione complessa monitorato in  in laboratorio attraverso test specifici in grado di misurare  parametri come la resistenza al taglio, la sofficità, la facilità di frammentazione, la farinosità, l’adesione, la dimensione delle fibre…..
Per intenerire la carne e trasformarla in muscolo pronto da cucinare  però occorre molto tempo, perché l’azione degli enzimi inizia dopo 2 giorni e si conclude dopo 9-12 giorni. In altre parole il vitellone macellato e diviso in mezzene o in quarti, viene tenuto in cella frigorifero a +4° C  per tutto il tempo a frollare. «Uno  studio condotto nel 2005 su 5000 animali – precisa Carlo Angelo  Sgoifo Rossi della Facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Milano in un articolo pubblicato sulla rivista Industrie Alimentari  del marzo 2011 – evidenzia  bene come cambia la tenerezza della carne durante la frollatura. La mezzena di un vitellone di 16-24 mesi tenuta in cella frigorifero per 6-9 giorni, risulta tenera come la carne di vitello non adeguatamente  frollata.  L'animale  di 2 anni  raggiunge lo stesso grado di tenerezza del vitello dopo 14 giorni di cella. Per evitare dubbi i ricercatori hanno condotto con un panel di consumatori una prova di assaggio da cui è emerso che la tenerezza della carne frollata risulta simile a quella degli animali più giovani non adeguatamente frollati.
Ma se è tutto così semplice perché i supermercati non adottano questo sistema? La scelta di non frollare la carne è legata ad aspetti economici. Quando la carcassa del bovino resta appesa in cella frigorifero la carne gocciola e perde dal 5 al 10% del peso con un evidente aggravio dei costi. L’altro elemento da considerare è il cambiamento di colore. La carne in frigorifero asciugandosi  assume all'esterno un colore più intenso, che non piace ai consumatori (soprattutto quelli del nord-Italia abituati a comprare tagli di colore rosa chiaro o rosso acceso). Occorre quindi asportare un leggero strato di carne perchè sotto il  colore è ancora vivace. Si tratta di un'ulteriore perdita che grava sui costi del macellaio costretto a rifilare alcune parti per il colore troppo intenso e quelle che sono diventate troppo asciutte. Bisogna poi considerare la scarsa disponibilità di spazio nelle celle frigorifero di alcuni punti vendita, i costi energetici e l'immobilizzo del capitale  per 7-10 giorni.
Tutti questi elementi gravano in modo eccessivo sul prezzo e alla fine si preferisce vendere carne fresca ma poco tenera,  indirizzando i clienti più esigenti verso i tagli del vitello più belli da vedere ma anche più costosi e meno saporiti. Oggi la frollatura viene fatta solo da alcuni macellai nelle celle frigorifero del punto vendita, e in pochissimi macelli industriali ma solo per partite destinate a clienti particolarmente esigenti.

martedì 9 agosto 2011

‘Nduja calabrese

Uno dei salumi più buoni che ho potuto trovare in Calabria è stata la ‘Nduja calabrese.
Ma cos’è la ‘nduja? E’ uno dei più famosi prodotti alimentari tipici calabresi. E’ un insaccato davvero gustoso, forte e piccante, una specie di salame morbido che, una volta era un alimento povero e veniva fatto con le parti meno nobili del maiale (frattaglie, grasso..ecc..), oggi invece vengono destinate alla ‘nduja le parti migliori del maiale e un po’ di grasso che vengono impastate col sale e con una buona quantità di peperoncino calabrese, fatte affumicare in un primo momento e poi stagionate per qualche mese . La sua consistenza morbida, rimane tale anche dopo la stagionatura.
Nella ‘nduja il peperoncino è l’ingrediente fondamentale, che conferisce all’insaccato il suo gusto deciso e il tipico colore rosso. Viene usato non solo quello di qualità ma anche in quantità, conferendo un gusto inconfondibile che si distingue da qualsiasi altro salume.
Se amate la cucina piccante dovete assolutamente provare la pasta con il sugo alla ‘nduja.

Ricetta semplice da realizzare che renderà la vostra pasta decisamente appetitosa.

Ingredienti:
‘nduja (a piacere),
passata di pomodoro o pelati (circa 400 gr. per 4 persone),
1 cipolla rossa di Tropea,
400 gr. di spaghetti n° 5 (o altra pasta a piacere),
olio extravergine d’oliva,
prezzemolo.

Procedimento:
Iniziate prendendo una padella piuttosto capiente (perchè dopo dovrà contenere anche la pasta), nella quale metterete a scaldare dell’olio.
Aggiungete la cipolla e cuocetela a fuoco lento fino a farla imbiondire leggermente.
A questo punto potete mettere in padella la ‘nduja, la quantità che metterete è lasciata alla vostra discrezione, poichè più ne userai più il vostro sugo risulterà piccante.
Lasciate rosolare la nduja per circa due minuti, dopo di che prendete la passata di pomodoro (o i pelati) e unitela agli altri ingredienti nella padella.
Lasciate cuocere il tutto per circa 7-10 minuti affinchè il pomodoro si ritiri un pò e si insaporisca.
A questo punto il vostro sugo è pronto! Nel frattempo, durante la semplice lavorazione del sugo, avrete cotto la pasta.
Vi consiglio di scegliere penne o spaghetti di ottima qualità, meglio se la pasta è un po’ ruvida, perchè questo tipo di pasta trattiene meglio il sugo e ben si sposa con il sapore dell’insaccato.

Toglietela molto al dente e fatela saltare nella padella con il sugo per qualche minuto, in modo che si insaporisca bene.
Prima di servire spolverate la pasta con del prezzemolo tritato fresco e ( a piacere) del parmigiano.

La ‘nduja è anche ottima servita su dei crostini di pane caldi appena dorati o su tutto quello che la vostra fantasia vi suggerisce.

Vecchio Amaro del Capo

Il Vecchio Amaro del Capo è il frutto sapiente di un'antica ricetta che racchiude in se i principi di tante benefiche erbe, fiori e frutti della meravigliosa terra di Calabria.

Il suo gusto gentile ed aromatico e il suo colore caldo e ambrato sono da sempre un'espressione sincera di genuinità; si può servire liscio, nei Cocktails, sul gelato, nel caffè o come vuole la tradizione calabrese si può gustare ghiacciato (-20°C). 70cl

lunedì 8 agosto 2011

Pipi frijuti chi patati

Dall'ultimo viaggio in Calabria sono subito balzate all'occhio e "alla gola" delle ricette tradizionali, semplici, ma di grande effetto.

Un esempio:
Pipi frijuti chi patati (peperoni fritti con patate)

Ingredienti (4 persone):
8 peperoni calabresi (non i peperoncini e non quelli gialli o verdi giganti ma quelli “medi” si trovano rossi o verdi anche in supermercati da noi)
4 patate pasta gialla di media grandezza
2 spicchi d'aglio
2 peperoncini piccanti (per i più temerari o Calabresi DOC)
olio extravergine di oliva
sale


Preparazione:
Tagliare i peperoni in quattro per la lunghezza e rimuovere i semi da 3 dei 4 spicchi.
Tagliare le patate a strisce di 1,5 cm e mettere tutto insieme in una padella antiaderente.
Aggiungere due cucchiai di olio e gli spicchi di aglio interi.
Cuocere a fuoco medio per circa 15 minuti girando abbastanza di continuo.

Importante è che le patate siano più piccole dei peperoni altrimenti non si cuociono abbastanza.
La magia del piatto sta nel fatto che le patate assorbono il gusto del peperone e i peperoni si friggono lentamente diventanto dolci e piccanti allo stesso tempo. L’aglio si sente appena.
La piccantezza rimane una sorpresa finale in quanto dipende da che peperoni avete usato, in genere più semi lasciate e più piccante viene la ricetta.

L'amico Vittorio dice:  "...però si mitti du fungi vena migghio ancora!"


Servire come contorno a carne arrosto o alla griglia con un Cirò in abbinamento.

lunedì 11 luglio 2011

Polpette Trudy


Ingredienti: (4 persone)
600 gr carne tritata (manzo)
un panino raffermo
200 gr  Sbrinz grattuggiato
3 uova 
1 spicchio aglio ben tritato
un bel mazzetto di prezzemolo tritato
sale e pepe

(latte e farina per la lavorazione)

Procedimento:
Come prima cosa mettete a bagno il panino in latte freddo; intanto incorporate le uova nella carne, aggiungendo anche tutti gli altri ingredienti. 
A questo punto strizzate il panino e aggiungetelo all’impasto. 
Lavoratelo con le mani, fino ad ottenere un composto ben omogeneo alla vista e al tatto. 
Con l’impasto ottenuto fare delle palline, della grandezza preferita. Trudy le faceva abbastanza grandi per poi appiattirle (circa metà Hamburger).
Infarinate la polpetta.

Cucinatela in poco burro e olio molto lentamente fino a quando ottenete una bella crosta dorata.

Se volete prepararne una quantità maggiore potete anche congelarle avvolgendole ad una ad una in carta stagnola.


Ecco l'appunto che ha dato lo spunto...
 

Spaghetti aglio olio e peperoncino

La ricetta semplicissima per le cene improvvisate ... anche di mezzanotte :-)


Ingredienti:
4 spicchi di aglio
2 peperoncini piccanti
4 gr. di prezzemolo
100 ml. di olio extra vergine di oliva
400 gr. di spaghetti

Preparazione:
Mettete a cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata
nel frattempo fate scaldare l'olio in una padella.
Quando sarà caldo aggiungete l'aglio schiacciato,
il peperoncino privato dei semi interni e tritato,
poi mescolate il tutto per qualche minuto a fuoco dolce,
finché l'aglio non si sarà imbiondito e infine spegnete il fuoco.

Scolate per bene gli spaghetti quando saranno al dente e saltateli per 30 secondi nella padella con l'olio e il peperoncino e mescolate bene per rendere il tutto omogeneo.
Servite i vostri spaghetti aglio, olio e peperoncino ben caldi ricoperti con un po di prezzemolo e... buon appetito!


Variante interessante:
Riducete l'aglio in poltiglia, o con uno schiaccia aglio, o tritandolo o con un gratta aglio. Sminuzzate il peperoncino e tritate il prezzemolo.
Mescolate in una ciotolina gli ingredienti assieme all'olio e lasciate riposare qualche minuto.
Cuocete la pasta e una volta cotta, conditela con la salsa appena preparata.


domenica 10 luglio 2011

Vitello tonnato

Ricetta mitica di Trudy, riconoscibile al primo colpo d'occhio grazie alla sua famosa decorazione florale.


Il ritaglio di block-notes dal quale è estratta questa ricetta merita anche lui una foto, talmente ha l’aria d'aver sopravvissuto a mille tormenti in cucina. Bisogna dire che questa è una delle ricette di cui Trudy andava più fiera (non perdeva mai un'occasione per criticare le salse tonnate di molti ristoranti, preparate con grosse cucchiaiate di maionese e poco o niente tonno...).
 
Ingredienti:
1 girello di vitello di forma allungata (conosciuto come Magatello)
alcune verdure: carote, 1-2 gambi di sedano
1 cipolla steccata con chiodi di garofano
la scorza di un limone
1 bicchiere di vino bianco
2 cucchiai d’aceto bianco

Per la salsa:
150 g di tonno
50 g di filetti d’acciuga
1 cucchiaio di capperi
alcuni cetriolini
80 g di olio d'oliva
il succo di mezzo limone
1 cucchiaio d'aceto bianco
alcuni bicchieri d'acqua
sale e pepe

Procedimento:
Mettere la carne in un recipiente stretto e cuocerela in un brodino con le verdure, il giallo della scorza del limone, il vino, l’aceto e alcuni bicchieri d’acqua, tanto da coprire la carne.
Cuocere un’ora a calore moderato.

Lasciare raffreddare la carne nel suo brodino, poi concentrare quest’ultimo a fuoco vivace.

Per la salsa:
Schiacciare molto bene (ev. è permesso passare al mixer) il tonno, i filetti d’acciuga, i capperi e i cetriolini dopodiché aggiungere piano piano l'olio d’oliva, il succo di limone, l'aceto e un pò del brodo ottenuto, fino alla giusta consistenza della salsa. Salare e pepare.

Tagliare la carne a fettine e coprirla con la salsa. Decorare a piacimento con le carote del brodino, i cetriolini e alcuni capperi.

Nota:
Non lasciatevi tentare dall'usare maionese !!!

tratto dai quaderni di Trudy

sabato 9 luglio 2011

Crema di Cavolfiore

Ingredienti:
(per 4 persone)
Un cavolfiore di circa 1 kg
30gr di farina
60gr di burro
mezzo litro di latte
60gr di panna
una cipolla
mezzo litro di brodo
qualche ciuffetto di prezzemolo
un po’ di noce moscata
sale, pepe

Preparazione:
Dividete a cimette il cavolfiore.
Mettete sul fuoco una casseruola piena di acqua salata, portate il liquido a bollore e immergete le cimette di cavolfiore. Fatelo cuocere per circa 3-4 minuti e scolatelo.

Fate fondere il burro in un’altra casseruola, fate soffriggere lentamente la cipolla, unite la farina, stemperandola bene con un cucchiaio di legno e, sempre mescolando, lasciate addensare il composto fino a che si presenterà imbiondito.

Diluite tutto con il brodo caldo, versandolo poco alla volta e facendo attenzione a non formare grumi. Fate cuocere la preparazione per circa 10 min, rimestando spesso.

Versate con il colino in un altra casseruola e aggiungete il latte, il cavolfiore, la noce moscata, sale e pepe e cucinate lentamente per altri 10 min. 

Levate qualche  cimetta che vi servirà per guarnire il piatto.
Riducete il cavolfiore in purè, con il mixer o il passaverdura, incorporate la panna mescolando bene, ma piano.
Salate, pepate a piacimento.

Rimescolate ancora bene e lasciate cuocere per altri 5 minuti a fuoco lento. Servite subito ben caldo.

Impiattare e decorare con le cimette di cavolfiore, il prezzemolo e se si vuole una grattata di noce moscata, crostini di pane o quello che la fantasia vi suggerisce.

venerdì 8 luglio 2011

Marmellata di Pomodori Verdi


A Torre dove vivevo da piccolo erano molti i pomodori che non ce la facevano a maturare per fine stagione e i pomodori non maturati fino alla fine di solito non hanno scampo. Ma questa Marmellata li salva!

Ingredienti:
1 kg di pomodori verdi al netto
800 g di zucchero
1 baccello di vaniglia
il succo e la buccia grattugiata di 3 limoni

Preparazione:
Lavate i pomodori.
Tagliateli a pezzi, e fateli cuocere in poca acqua fiché si forma una poltiglia densa.

Pesate tutto e per ogni Kg calcolate 800 gr di zucchero.

Caramellate lo zucchero con la buccia di un limone e un baccello di vaniglia.
Quando è tutto sciolto e di colore chiaro versatevi i pomodori.

Mescolate un bel po' e cuocete per circa un'ora facendo la prova cucchiaino, ovvero, prendendo un po'  di marmellata con un cucchiaino facendola scivolare in un piattino, se questa scivola con densità, è pronta.

Farla raffreddare un pochino e invasarla ancora calda nei barattoli di vetro sterilizzati fino a quasi il margine del barattolo. Chiudere ermeticamente i barattoli e girarli a testa in giù per 10 minuti, facendo sì che si formi il sottovuoto. Tenere in un luogo fresco.

È saporitissima, sia come colazione mattutina sia accompagnata da formaggi. Un contrasto di sapori che degusta il palato.

Ravioli di zucca


Indescrivibili, talmente buoni... Senza dubbio, la miglior ricetta fra tutti i ritagli dei numerosi quaderni di cucina di Trudy!

Ingredienti per 4 persone:
400 g di farina
2 uova
1 kg di zucca
100 g di grana grattugiato
noce moscata
80 g di burro
qualche foglia di salvia
sale e pepe

Procedimento:
Eliminate la scorza e i semi della zucca, tagliatela a pezzi, mettetela in una casseruola con un dito di acqua e cuocetela fino a quando sarà diventata morbidissima (circa 25 minuti). Scolatela bene, lasciatela raffreddare e passatela al setaccio. Poi fate asciugare bene il passato sul fuoco. Raccoglietelo in una terrina, unitevi quindi metà del grana, una presa di sale, una grattata di noce moscata e amalgamate tutto bene.

Disponete la farina a fontana sulla spianatoia, rompetevi nel mezzo le uova, insaporite con un pizzico di sale, unite 5-6 cucchiai di acqua e, prima con una forchette e poi con le mani, lavorate il composto fino ad ottenere una pasta morbida ed elastica. Stendetela quindi con il matterello in una sfoglia sottile e, aiutandovi con un bicchiere, ricavatene tanti dischi di circa 5 cm di diametro.

Mettete nel centro di ciascun disco un cucchiaino di ripieno e ripiegate la pasta a metà. Premete bene con la punta delle dita i bordi in modo da saldarla.

Buttate i ravioli in abbondante acqua bollente salata e cuoceteli a fuoco basso in modo che non si aprano durante la cottura. Scolateli con una paletta forata, trasferiteli in una terrina, conditeli subito con il grana rimasto e con il burro color nocciola in cui avrete soffritto le foglie di salvia. Servite subito caldissimo.

Dai quaderni di Trudy